Trattamento dei disturbi del comportamento alimentare in equipe


two person is talking with thread management on their head

Sempre più frequentemente si sente parlare di disturbi del comportamento alimentare (DCA), quale problematica crescente nella società contemporanea; l’emergenza DCA si è registrata anche subito dopo la pandemia con maggiori accessi al pronto soccorso di adolescenti.

Il DSM-V (Manuela dei disturbi psichiatrici) include tra i disturbi del comportamento alimentare le seguenti categorie:

  • Pica (ingestione sostanze non commestibili)
  • Ruminazione (ripetuto rigurgito di cibo)
  • Disturbo evitante-restrittivo del cibo (incapacità di soddisfare le necessità nutrizionali)
  • Anoressia nervosa (restrizione nell’assunzione di calorie e paura di ingrassare)
  • Bulimia nervosa (ricorrenti episodi di abbuffate a cui seguono condotte compensatorie)
  • Binge Eating (ricorrenti episodi di abbuffate).

I disturbi del comportamento alimentare sono comunemente noti per la difficoltà del trattamento, che quasi spesso richiede una presa in carico multidisciplinare: affianco a dietista, pediatra (se il paziente è minorenne) si richiede l’intervento di psicologi e psichiatri o neuropsichiatri infantili che possono indicare una terapia farmacologica da accostare al trattamento psicoterapico individuale e/o familiare.

Il trattamento può avvenire nei casi più gravi con ricovero ospedaliero, in day – hospital, presso strutture convenzionate o privatamente attraverso la collaborazione dei diversi professionisti menzionati che lavorano in rete.

I disturbi alimentari esprimono come tutte le altre difficoltà, una sofferenza psicologica ed emotiva dell’individuo che viene comunicata proprio attraverso uno specifico comportamento alimentare.

I disturbi alimentari sono complessi e possono colpire tutti i tipi di persone a qualsiasi età. 

I fattori di rischio per tutti i disturbi alimentari comportano una serie di aspetti biologici, psicologici e socioculturali.

Tra i fattori di rischio biologici più comuni troviamo: l’avere un parente stretto con una diagnosi di DCA o di altri disturbi mentali, aver una familiarità con l’impiego di diete o metodi di controllo del peso o avere un diabete di tipo 1.

Tra i fattori di rischio psicologici più rilevanti: comorbidità con altra diagnosi tra cui i disturbi d’ansia o disturbo da dismorfismo corporeo, tendenza al perfezionismo, rigidità cognitiva o inflessibilità comportamentale e non ultimo l’insoddisfazione per il proprio aspetto fisico.

I fattori socio-culturali sono altrettanto incisivi: tra i rischi principali si rilevano lo stigma del peso, gli stereotipi trasmessi dalla società, una storia di bullismo (per esempio esser maltrattati a scuola per via del peso), le reti sociali limitate che inducono ad un isolamento e la presenza di trauma intergenerazionale. 

Alcuni segni e sintomi comuni dei disturbi alimentari includono:

  • Un’intensa paura di ingrassare o paura di essere in un corpo più grande
  • Un impulso a cambiare il peso, la dimensione o la forma del corpo, a qualsiasi costo
  • Sentirsi disgustati, depressi o colpevoli dopo aver mangiato
  • Cambiamenti di peso repentini
  • Preoccupazione per il cibo e l’apporto calorico assunto
  • Mangiare fino a sentirsi pieni
  • Esercizio fisico compulsivo o eccessivo
  • Ossessione per la pulizia o la “purezza” del cibo
  • Rifiuto di provare nuovi cibi o identificarsi come un mangiatore selettivo
  • Adesione a particolari regimi alimentari che escludono variazione di cibi
  • Isolamento, ritiro ed evitamento delle situazioni sociali, specialmente quelle che prevedono la condivisione di un pasto
  • Scarsa autostima e perfezionismo
  • Essere meno interessati alle attività quotidiane, anedonia e/o astenia

I DCA implicano diverse complicanze mediche perché ad una scorretta, prolungata condotta alimentare corrispondono delle conseguenze che rappresentano un rischio per la compromissione della salute generale.

Per esempio le principali conseguenze e complicanze tipiche dell’anoressia nervosa riguardano i diversi apparati e sono: ipotensione arteriosa, brachicardia, prolasso mitralico, cardiomipatia, amonerrea, infertilità, osteoporosi, ipercortisolemia, ipoglicemia, stipsi, anemia, imsufficienza renale, deficit cognitivi, xerosi (pelle secca), peli lanuginosi, acne, perdita capelli, dermatite seborroica ecc.

La malnutrizione prolungata ha quindi come conseguenza tutta una serie di sintomi, che fungono da fattore di mantenimento del disturbo alimentare.

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